“Entro fine mese coloro che contraggono il coronavirus in Inghilterra non dovranno più sottoporsi alla quarantena, se prosegue l’attuale incoraggiante trend dei dati, prevedo che saremo in grado di cancellare le ultime restrizioni nazionali che abbiamo”, lo ha dichiarato il premier britannico Boris Johnson alla Camera dei comuni. Obiettivo del primo ministro è revocare le ultime restrizione entro il 24 febbraio. La rimozione di tutte le limitazioni era precedentemente prevista per il 24 marzo. Come in altre parti del mondo, la situazione pandemica è in netto miglioramento. Nel Regno Unito infatti, i nuovi contagi sono crollati del 41% nell’arco di una settimana. Decisione che fa più discutere, è la cessazione dell’obbligo ad autoisolarsi per tutte le persone che risultano positive ad un test Covid.
L’eliminazione dell’obbligo legale all’isolamento per i positivi prevede una serie di indicazioni per evitare di mettere in pericolo la salute degli altri. “Ovviamente se qualcuno ha l’influenza, noi non raccomandiamo che vada al lavoro, allo stesso modo non raccomandiamo mai a nessuno di andare a lavorare quando ha una malattia infettiva”, ha affermato il portavoce di Johnson, Guto Harri. Se la previsione del primo ministro sarà confermata e diventerà realtà, il Covid sarà trattato come le altre sindromi influenzali. Per i critici la mossa di BoJo, seppur si basi su dati che fanno ben sperare, è anche una scelta politica per togliersi l’imbarazzo dello scandalo partygate, (la festa natalizia con staff e politici nel 2021 e un altro evento simile nel dicembre 2020, entrambi durante le restrizioni) e dalle ricadute politiche sulla sua immagine e credibilità.