In Perù cade anche Pinto
tre primi ministri in sei mesi

di Antonietta Pasanisi

La grave instabilità politica in Perù non tende a migliorare.  Il presidente del consiglio dei ministri, Héctor Valer Pinto, si è  dimesso a causa delle gravi accuse di violenza domestica. Nominato la scorsa settimana, è stato il terzo primo ministro in sei mesi.

A chiedere le sue dimissioni tre dei suoi ministri. Ad inchiodarlo sono stati dei rapporti consegnati alla polizia nel 2016 in cui la figlia e la moglie, deceduta, lo accusavano di violenza. Secondo il quotidiano britannico, The Guardian che haè entrato in possesso di quelle carte, è emerso che Valer avrebbe non solo schiaffeggiato la figlia, ma presa a pugni e calci in faccia.

Famoso per le posizioni machiste e omofobiche, era stato eletto con il partito ultraconservatore Renovación Popular, guidato da Rafael López Aliaga, che aveva poi lasciato.

Anche dei suoi vicini avrebbero dichiarato di aver raccolto firme per allontanarlo dal palazzo dove abitava, perché stanchi delle continue urla e minacce. Anche l’Opus dei del Perù, ha ribadito che l’uomo non ha mai fatto parte della loro organizzazione, contrariamente a quanto lo stesso Pinto aveva dichiarato.

Questa triste vicenda non solo costringe il presidente Petro Castillo a cercare l’ennesimo primo ministro, ma indebolisce anche la sua stessa figura. Sia l’opposizione sia i suoi stessi elettori sono sempre più critici sulle sue scelte che “tradiscono la sua provenienza”.

 

 

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