Eni Versalis Brindisi e Priolo
è scontro con i sindacati

di Francesco Maria Gro

Braccio di ferro tra azienda e lavoratori per la riduzione di posti di lavoro causata dalla chiusura dei processi di demolizione parziale degli idrocarburi

Eliminare il cracking di Brindisi e Priolo, ovvero i processi di demolizione parziale degli idrocarburi petroliferi per ottenere prodotti meno pesanti ad un punto di ebollizione più basso. È quanto ha deciso Eni Versalis, sede brindisina, nel suo incontro a Roma con la Fialc Cisal Nazionale, ovvero il sindacato Federazione Italiana Autonoma Lavoratori Chimici. Il sindacato si è opposto ribadendo, in un comunicato stampa, come “questa decisione non è congrua con la nostra visione e abbiamo proposto di spostare le date della fermata degli impianti”. In questo modo, stima la Fialc, si potrebbero comprendere meglio i piani futuri e mettere in atto delle strategie che non danneggino i lavoratori. Il sindacato ha richiesto un incontro con il Governo, in presenza delle istituzioni locali e regionali, per decidere insieme sul futuro degli impiegati.

In realtà, già ieri al tavolo delle trattative con Eni ci sono state tensioni con la Cgil che ha lasciato l’incontro criticando la posizione dell’azienda. “Respingiamo fermamente le modalità con la quale Eni sta affrontando la discussione sullo smantellamento della chimica di base in Italia. Non c’è la volontà politica di fare una trattativa – ha dichiarato il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo – e l’azienda ha discusso solamente di ‘tattica’ per gestire la vertenza. A questo ci opponiamo fermamente”. La politica confermata da Eni sarebbe stata considerata nociva per i lavoratori, inasprendo i rapporti con i sindacati.

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