(Foto: Il Giorno)
Imputato è Moussa Sangare che aveva già confessato l’omicidio avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 marzo. In udienza si è dichiarato innovcente. Intanto la Corte d’assise ha accolto la richiesta del difensore di valutazione psichiatrica
“Sono innocente”: è questo tutto ciò che ha detto ieri Moussa Sangare, 31enne italiano, originario della Costa d’Avorio, al processo – svolto con rito immediato – per l’omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto nel luglio scorso. Processo che è terminato con l’accoglimento – da parte della Corte d’Assise – della richiesta di perizia psichiatrica presentata dall’avvocato difensore, Giacomo Maj.
L’accusa che pende sull’uomo è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e da futili motivi: la notte tra il 29 e il 30 luglio 2024 Sharon Verzeni stava passeggiando a Terno d’Isola, paese nel Bergamasco, quando è stata aggredita e uccisa a coltellate. Sagare, identificato da telecamere di sicurezza un mese dopo l’omicidio, aveva confessato. Ora, invece, si è dichiarato innocente, e il suo legale ha chiesto una doppia perizia medico-legale: per valutare da una parte la capacità di intendere e di volere all’epoca dell’omicidio e dall’altra la capacità di stare in giudizio.
In udienza il pm di Bergamo Emanuele Marchisio si è opposto alla richiesta di perizia: secondo il magistrato l’imputato “è sempre stato descritto come vigile e orientato; l’anomalia è sull’atteggiamento di giustificazione rispetto a quello che ha commesso, che nulla ha a che vedere con una incapacità di pensiero raziocinante”. Anzi, Marchisio ricorda che subito dopo il delitto Sagare si sarebbe comportato “con una certa intelligenza: è scappato, ha cambiato la bicicletta, si è tagliato i capelli”.
La Corte ora si è aggiornata al 15 marzo, quando è prevista l’udienza per nominare il perito.