Trump e la guerra commerciale:
presto dazi per tutti i competitor

di Dalila Scagliusi

Il presidente USA parte dall’Unione Europea: “Se loro ci tassano, noi tassiamo loro allo stesso modo”

“L’Unione Europea non ci tratta bene sul commercio”:  con queste parole il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’introduzione di dazi reciproci nei confronti degli alleati e dei rivali commerciali. Poco dopo è arrivata anche la comunicazione su Truth, il social network di proprietà del tycoon molto simile al vecchio Twitter: “Questa è la volta buona: dazi reciproci!!! Renderemo l’America grande di nuovo”.

Secondo Trump la ratio dell’imposizione di dazi sulle importazioni andrebbe ricondotta a ragioni di equità: applicarli eliminerebbe gli squilibri commerciali, alimentando un possibile scontro economico, sia con gli alleati sia con altri competitor commerciali.

Il piano, quindi, non ha un vero e proprio obiettivo, ma mira a colpire un po’ tutti gli stati e tra questi anche quelli dell’Unione Europea. La strategia trumpiana, infatti, punta a considerare l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) – applicata sul consumo di beni e servizi in tutti i Paesi membri dell’UE – una barriera commerciale di cui tenere conto in qualsiasi misura tariffaria reciproca.

“Se ci impongono un dazio doganale o una tassa, noi applichiamo loro esattamente lo stesso dazio o tassa, è semplice”, ha detto Trump, aggiungendo: “Se si guarda ai singoli Paesi e si osserva quanto ci fanno pagare, in quasi tutti i casi ci fanno pagare molto di più di quanto noi facciamo pagare loro. Quei giorni sono finiti”.

I dazi verranno applicati a partire da quei Paesi con cui gli USA ha un maggiore deficit commerciale (in sostanza, quelli le cui importazioni statunitensi superano le esportazioni). Tra questi c’è sicuramente l’Italia che, solo nel 2024, ha accumulato un surplus commerciale con Washington di quasi 44 miliardi di dollari. Una cifra meno significativa se si pensa che gli Usa hanno 295 miliardi di dollari di deficit con Pechino e 72 miliardi con il Messico.

Al momento, però, è ancora tutto in fase di definizione. Howard Lutnick, nominato da Trump segretario al commercio, ha detto ai giornalisti che nuove cifre paese per paese saranno presentate entro il 2 aprile. Fino ad allora, la partita commerciale resta in bilico.

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