Lo scambio di ostaggi previsto per sabato prossimo è stato rinviato per i ritardi nella consegna degli ostaggi palestinesi e degli aiuti umanitari. Incursione di Trump che minaccia di scatenare l’inferno
Le operazioni di scambio di ostaggi tra Hamas e Israele sono state interrotte per scelta della fazione palestinese dettata dai ritardi del rientro degli sfollati nel nord, delle forniture mediche e delle attrezzature per rimuovere le macerie. Il cessate il fuoco è stato messo in discussione da Hamas che in vista del sesto scambio di ostaggi previsto per sabato 15 febbraio ha annunciato il “rinvio fino a nuovo avviso” della liberazione dei prigionieri israeliani. Israele ha risposto con un nuovo spiegamento di forze in “stato di massima allerta” lungo il confine.
L’accordo tra Hamas e lo Stato ebraico ha retto per tre settimane e questo rinvio deciso dalla fazione islamica ha provocato l’ira del presidente americano Donald Trump che già negli scorsi giorni aveva parlato di Gaza come nuova colonia statunitense. In caso di stop alla tregua il tycoon ha promesso di scatenare “un vero inferno” mentre Hamas lo invita, tramite il portavoce Sami Abu Zuhri, a “non complicare le cose” perché “il linguaggio delle minacce non ha alcun valore”.