Imane Khelif “non è idonea”
no ai Mondiali boxe femminili

di Daniela Primiceri

Per l’International Boxing Association la pugile algerina non può gareggiare contro le donne nei Campionati 2025 in Serbia perché ha elevati livelli di testosterone. Il Comitato internazionale Olimpico: “I criteri dell’Iba sono difettosi e illegittimi”

La pugile algerina Imane Khelif non parteciperà ai prossimi Campionati Mondiali femminili di boxe in programma a Nis, in Serbia, dall’8 al 16 marzo. Lo ha annunciato l’International Boxing Association (Iba) dichiarando che l’atleta “non soddisfa i criteri di idoneità”. Il parametro problematico è lo stesso che quest’estate fece scoppiare la polemica durante le Olimpiadi di Parigi: la pugile, fin dalla nascita, ha alti livelli di testosterone.

Si è aperto un ampio dibattito sul tema dell’iperandroginismo nello sport e la posizione dell’Iba, guidata dal russo Umar Kremlev, è stata chiara fin dal 2023 quando già allora aveva estromesso, per i medesimi motivi, Khelif dai Campionati Mondiali femminili di boxe. Diverso invece il metro di giudizio del Comitato Internazionale Olimpico (Cio) che nel 2024 aveva consentito alla pugile di partecipare alle Olimpiadi di Parigi nella categoria -66 kg (dove ha trionfato battendo in finale la pugile italiana Angela Carini), sostenendo che i criteri dell’Iba fossero “difettosi e illegittimi”.

Le polemiche su Imane Khelif fanno tutte leva sul suo competere nelle categorie femminili: per il suo biologico equilibrio ormonale, molti ritengono che abbia delle caratteristiche intersessuali e quindi inadatte a gareggiare con altre atlete. Ma la pugile continua ad affermarlo: è nata donna e ha sempre vissuto come tale.

La decisione dell’Iba, in contrasto con il Cio, ha riacceso la difficoltà a gestire le diverse caratteristiche sessuali di atleti e atleti: le alternative sono il rigore assoluto o la politica dell’inclusività.

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