Le “terre rare” dell’Ucraina
spianano la via dei negoziati

di Vincenzo Avveniente

Il presidente Donald Trump ha le idee chiare su cosa chiedere in cambio dell’assistenza militare ricevendo l’ok di Zelensky (che poi apre la strada alla trattativa con Putin)

Sullo sfondo della guerra in Ucraina compaiono orizzonti di pace: si chiamano “terre rare”. Al centro delle dichiarazioni rilasciate ieri dal leader ucraino Volodymyr Zelensky ci sono le abbondanti e preziose aree di estrazione di metalli proposte come moneta di scambio agli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump, al contrario, ricambierebbe con forniture di armi e mediazione con la Russia. Proprio su quest’ultimo fronte, inoltre, è arrivata una improvvisa apertura di Zelensky che si è detto disponibile a negoziazioni con la Russia, contrariamente al suo decreto firmato nel 2022 che vietava trattative con Putin al governo.

“Se questa è l’unica opzione per portare la pace ai cittadini ucraini e a non perdere vite – ha detto Zelensky – sicuramente opteremo per questa scelta”. Nel frattempo il conto dei soldati ucraini morti è salito a 45.100, mentre quello dei feriti sfiora i 400mila. Dalla Russia la replica arriva dal portavoce Dmitry Peskov per cui gli Stati Uniti dovrebbero stoppare l’assistenza militare così da “aiutare a mettere fine al conflitto”. Senza accordo sulle “terre rare”, per Donald Trump, non c’è trattativa che tenga.

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