Un uomo di 35 anni ha aperto il fuoco nel Campus Risbergska. L’attentatore, senza precedenti penali, si è poi tolto la vita. Al momento è esclusa la matrice terroristica
È di almeno dieci morti il bilancio dell’incursione armata di un omo di 35 anni che per ragioni tutte da accertare ha aperto il fuoco nel Campus Risbergska di Örebro, cittadina della Svezia meridionale. L’attentatore dopo la strage si è suicidato. L’uomo ha fatto irruzione nell’istituto (frequentato principalmente da adulti e migranti per corsi di formazione) e ha aperto il fuoco, seminando il panico tra studenti e docenti. Secondo le testimonianze, molti si sono barricati nelle aule o sono fuggiti all’esterno per mettersi in salvo.
Nel bilancio, ancora provvisorio, si contano numerosi feriti ricoverati negli ospedali locali. Il capo della polizia di Örebro, Roberto Eid Forest, ha dichiarato che l’assalitore non aveva precedenti penali né legami con gruppi criminali, e che al momento non ci sono indicazioni di una matrice terroristica. Il movente, dunque, è tutto da chiarire.
Il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, ha espresso profonda tristezza per l’accaduto, definendolo “un giorno molto doloroso per tutta la Svezia”. Ha inoltre invitato la popolazione a evitare speculazioni e a lasciare che le autorità conducano le indagini necessarie per fare luce su questa tragedia senza precedenti nel Paese.
Le autorità locali hanno rafforzato le misure di sicurezza nelle scuole della regione e offerto supporto psicologico a studenti e personale coinvolti nell’accaduto. La comunità di Örebro è sotto shock, mentre emergono testimonianze di coraggio e solidarietà tra coloro che hanno vissuto quei drammatici momenti.