Caso Santanchè: mi dimetto solo se me lo chiede la Meloni

di Francesco Maria Gro

Per il caso Visibilia, in cui è coinvolta la ministra dei trasporti, oggi la decisione della Cassazione sulla competenza giuridica di Roma o Milano.

(Foto Avvenire)

“Forza Italia non mi difende? Chissenefrega”. In questo modo si può riassumere l’insieme delle dichiarazioni date dalla ministra per il turismo, Daniela Santanchè, al centro di un caso giuridico che la vede accusata di truffa aggravata ai danni dell’Inps, per il caso Visibilia. La ministra ha espresso in più occasioni la ferma intenzione a non dimettersi, affermando che “l’impatto sul mio lavoro lo decido io” e lasciando alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, la decisione nel merito.  Intanto è fissara per oggi l’udienza della Corte di Cassazione sul caso Visibilia per stabilire se la competenza sarà dei tribunali di Roma o di Milano. Intanto dalle opposizioni si chiede un passo indietro della ministra, invocando un intervento di Meloni rimasta finora in silenzio sulla questione.
In ogni caso secondo alcuni osservatori l’avviso di garanzia recapitato alla premier per il presunto favoreggiamento e peculato nel caso Almastri, il generale e torturatore libico prima arrestato a Torino e poi riaccompagnato in Libia, potrebbe in qualche modo attenuare l’attenzione sul caso Santanché.

 

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