Emergono nuovi dettagli sulla vicenda del neonato morto nella culla termica della parrocchia San Giovanni Battista a Bari il 2 gennaio. Una perdita nel climatizzatore si sarebbe trasformata in una trappola mortale: è quanto è emerso dagli accertamenti tecnici in corso nell’ambito della doppia indagine per il decesso del piccolo. La certezza è che il tappetino non funzionava, i tecnici hanno fatto diverse prove, facendo pressione sulla base della culla – lì dove viene adagiato il bambino – rilevando che tali pressioni non fanno partire il segnale di allarme. Oltre al malfunzionamento del «tappetino» su cui poggia la culla termica l’autopsia eseguita sul corpicino della vittima ha già rivelato che il neonato è morto per ipotermia. Intanto, la procura di Bari, che indaga sull’accaduto ha iscritto nel registro degli indagati il parroco della chiesa, don Antonio Ruccia, e il tecnico che nelle scorse settimane si è occupato della manutenzione della culla termica. L’ipotesi di reato nei loro confronti è di omicidio colposo. Resta comunque in piedi anche l’ipotesi di reato di abbandono di minore aggravato da morte: gli inquirenti non hanno ancora infatti scartato l’originaria ipotesi di reato, per cui si procede sempre a carico di ignoti.