Il governo degli Stati Uniti è ad un passo dal non avere più soldi. Il Congresso ha bocciato l’accordo che era stato trovato da Democratici e Repubblicani sulla legge di bilancio, di fatto bloccando l’attività finanziaria dello stato federale.
In gergo si parla di “shutdown” (spegnimento) quando, alla fine di un anno fiscale, il governo statunitense si trova senza una legge finanziaria o meglio, senza che il Congresso abbia approvato lo stanziamento dei fondi (Appropriations bills) per dodici diversi settori dell’attività di governo. In caso di shutdown totale, tutto il settore pubblico federale – ad eccezione di polizia, vigili del fuoco, forze armate e gestione del traffico aereo e delle infrastrutture di base – deve fermare le attività e lasciare a casa i dipendenti. Il governo, in sostanza, perde l’autorità per spendere denaro per servizi non essenziali.
Il piano bocciato era stato proposto e sostenuto da Donald Trump e prevedeva lo slittamento del tetto del debito di due anni. Tuttavia, i Repubblicani, che hanno la maggioranza alla Camera, non hanno raggiunto i due terzi dei voti necessari e, anzi, 38 di loro hanno votato contro, schierandosi dalla parte dei Democratici.
Il tema dello “shutdown”, in realtà, si ripropone ogni anno ed è, da sempre, terreno di scontro tra i due partiti.
Questa volta, l’ostilità nasce dal fatto che Trump aveva respinto un precedente accordo tra le forze politiche dopo che mercoledì l’imprenditore Elon Musk aveva scritto diversi post su X (piattaforma social di cui è proprietario) in cui aveva attaccato i Repubblicani che avevano firmato l’accordo, sostenendo che contenesse misure non necessarie e spese eccessive.
Mike Jhonson, presidente della Camera dei rappresentanti, è al lavoro per sbloccare lo stallo.
Entro la mezzanotte di venerdì il Congresso dovrà approvare un accordo, che poi dovrà essere firmato dal democratico Joe Biden, presidente fino al prossimo 20 gennaio. Insomma, una corsa contro il tempo che rischia di paralizzare uno stato intero.