La Siria post-Assad è impaziente di raccontare l’oppressione di anni di regime. Così, racconto per racconto, si aggiungono pezzi al puzzle. Ora i siriani indicano ai giornalisti la casa dell’uomo dalle due vite: “miglior uomo” di Eichmann nella Germania nazista, e consigliere di tortura degli Assad. È l’uomo che a Damasco è conosciuto come “il Tedesco”, al secolo Alois Brunner. Andrea Nicastro e Guido Olimpio riportano la sua storia sul Corriere.
Dopo una carriera nello sterminio della Seconda Guerra Mondiale, Alois Brunner si era rifugiato in Medio Oriente, prestando la sua esperienza e i suoi servizi ad Assad padre. Di lui si racconta l’invenzione di nuovi metodi di tortura, il terrore che incuteva ai prigionieri la sola ipotesi di un suo coinvolgimento, la vita vissuta circondato da guardie armate e aggressive. Della sua morte, invece, si sa poco: non è sicuro nemmeno l’anno – potrebbe essere 2001 come 2011. I vicini, che ora parlano, hanno assistito alla detonazione di due lettere esplosive inviate da Israele, una nel 1961 e l’altra nel 1980; infine a un’ambulanza che, nel 2001, lo portò via, già incosciente. «Era come un prigioniero», «solo, peggio di un cane», sono i loro commenti sulla sua vita.