(Foto: The Guardian)
Biden grazia Biden. Il presidente uscente degli Stati Uniti ha concesso la grazia “piena e incondizionata” al figlio, Hunter. Nonostante le promesse del democratico di non interferire nei procedimenti penali del secondogenito, a soli 50 giorni prima della fine del suo mandato, Joe Biden ha preso una decisione destinata ad essere ampiamente contestata. Il provvedimento riguarda “tutti quei reati contro gli Stati Uniti che il figlio ha commesso, potrebbe aver commesso o a cui ha preso parte nel periodo che va dal 1° gennaio 2014 al 1° dicembre 2024”.
Nei mesi scorsi, infatti, Hunter, 54 anni, era stato al centro di una serie di vicende giudiziarie per reati federali. A giugno un tribunale del Delaware lo aveva condannato per possesso illegale di armi da fuoco, contestandogli la violazione di una norma che vieta l’acquisto e il possesso di armi da parte di soggetti dipendenti da droghe illegali – lui stesso ha raccontato di un passato di dipendenza nella sua autobiografia “Beautiful things” (Cose belle).
Hunter, inoltre, a settembre, si era dichiarato colpevole per evasione fiscale, dinanzi al tribunale di Los Angeles, California. Anche in questo caso, la sua difesa aveva ricondotto la causa del mancato pagamento (circa 1 milione e mezzo di dollari in tasse sul reddito nel periodo compreso tra il 2016 e il 2019) ai suoi problemi con le droghe.
Le due sentenze erano attese, rispettivamente, il 12 e il 16 dicembre.
Per il presidente Biden, la scelta di condannare il figlio sarebbe più una mossa di strategia politica che una decisione giudiziaria. “C’è stato un tentativo di distruggere Hunter, che è sobrio da cinque anni e mezzo. Vogliono punire lui per fare a pezzi me e non c’è motivo di credere che si fermeranno qui. Adesso basta” ha dichiarato.
La concessione della grazia ha innescato la reazione del neo eletto presidente statunitense, Donald Trump, che ha sottolineato il diverso trattamento giuridico riservato ai suoi sostenitori, condannati per l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021.
Ma la grazia concessa da Joe Biden è finita anche nel mirino del Cremlino, che l’ha definita una “caricatura della democrazia”.