Sette condanne con pene tra i 10 e i 18 anni: così si è chiuso il processo che ha coinvolto amministratori, soci e capi cantiere della Tecnova Italia Srl, azienda operante nel fotovoltaico accusata di riduzione in schiavitù di lavoratori migranti irregolari. Oltre 500 le parti offese, per lo più africani che venivano impiegati nella realizzazione di impianti fotovoltaici nel Salento, costretti a lavorare anche per 12 ore al giorno in qualunque condizione climatica per due euro all’ora.
L’azienda italo-spagnola, con sede a Brindisi, oggi è dichiarata fallita. L’indagine era partita nel novembre 2010 dalla Procura di Brindisi dopo le denunce di alcuni dei lavoratori. Sono state cinque invece le assoluzioni.