No al Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità), al suo stato attuale, e no al salario minimo. No anche alla direttiva sulle case green, no al bando dei veicoli a diesel dal 2035 e lotta aperta ai trafficanti di migranti. Sono i punti cardine del governo ribaditi ieri “con orgoglio” dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo primo question time alla Camera. La premier ha concesso una sola apertura all’opposizione, dicendosi “disponibile al confronto” sul tema dei congedi parentali, posto da Elly Schlein, a sua volta al debutto in veste di segretaria del Pd.
Meloni ha spiegato che l’esecutivo non è favorevole al salario minimo e ha aggiunto che il problema della precarietà si risolve con la riduzione delle imposte sul lavoro e del cuneo fiscale, che comporta l’aumento a dismisura del divario tra stipendio lordo e netto. La premier ha anche ribadito che “chi ha governato sino ad ora ha reso più poveri gli italiani e noi dobbiamo invertire la rotta”.
Elly Schlein, ha replicato che “il Pd ha provato nella scorsa legislatura ad arrivare al salario minimo ma lei e i suoi alleati che le siedono accanto avete votato contro. Le ricordo che ora sono io all’opposizione e lei al governo e non è più tempo di prendersela con gli altri. Se fosse bastata la contrattazione collettiva quei tre milioni di lavoratori poveri non li avremmo. Lei sa bene che di quei contratti solo pochi sono firmati da organizzazioni più rappresentative. È in carica da cinque mesi ma state già andando in direzione opposta e sbagliata. Sul piano sociale la vostra azione si definisce con tre parole: incapacità, approssimazione ed insensibilità, ma la vostra propaganda sta sfumando”.
Meloni ha discusso anche del Mes, rispondendo in maniera lapidaria all’interrogazione presentata da Luigi Marattin di Azione-Italia Viva: “Finché ci sarà un governo guidato da me l’Italia non potrà mai accedere al Mes”.
Sull’immigrazione irregolare e i naufragi nel Mediterraneo, Meloni ha sottolineato, in risposta a Riccardo Magi di +Europa che “bisogna investire sulle rotte legali, ed è esattamente il lavoro che sta facendo il governo. La nostra coscienza è a posto, spero che chi ci attacca ma non dice una parola sugli scafisti possa affermare lo stesso – e ha concluso – mi stupisce che per fini politici si finisca per mettere in discussione l’onore e l’operato di chi ogni giorno rischia la propria vita per salvarne altre e si finisca per calunniare l’Italia intera”.
Magi ha risposto: “Molte volte gli uomini della Guardia Costiera e della marina militare italiana hanno effettuato salvataggi, allora il punto è proprio questo, cosa è cambiato? Quello che interessa a noi è questo, capire cosa è cambiato nell’indirizzo politico”.