Il segretario dem: «Discrimina le donne». Bocciata la proposta di Salvini per 102 per i prossimi due anni
Da Quota 100 a 104, le quattro unità di differenza alimentano le tensioni interne alla maggioranza sulla riforma del sistema pensionistico. Da un lato la Lega, che nel 2018 quel provvedimento l’ha fortemente voluto in sostituzione della Legge Fornero, consentendo ai lavoratori di andare in pensione a 62 anni con 38 di contribuzione. Dall’altro il Partito Democratico, che propende per un meccanismo flessibile, soprattutto per i lavori usuranti e per le donne. «Quota 100 è stato un errore – per il segretario dem Letta – e chi ne ha usufruito ha avuto un vantaggio ed è contento ma per l’80% sono uomini, è uno strumento diseguale che discrimina le donne».
Il braccio di ferro sembra destinato a durare almeno fino a quando, presumibilmente giovedì, il Consiglio dei Ministri si riunirà per l’approvazione della legge di bilancio, dopo aver bocciato la proposta leghista sull’applicazione di Quota 102 (64 anni di età e 38 di contribuzione) per due anni consecutivi. Al vaglio l’ipotesi di introdurre Quota 102 nel 2022 e Quota 104 (66+38) a partire dal 2024. Un’altra soluzione a cui si starebbe lavorando dovrebbe prevedere l’uscita fissa a 64 anni fino al 2024 e contributi crescenti. L’idea non dovrebbe dispiacere ai democratici, ma restano le perplessità leghiste.
Prima della discussione sulla manovra il Governo dovrebbe incontrare anche i sindacati, dopo il “no” di questi ultimi alla proposta sulle pensioni.