Non si placano le polemiche contro le proposte di Quota 102-104. Dopo la Lega, anche i sindacati si sono espressi contro la riforma ipotizzata dal Mef. Cgil, Cisl e Uil all’unisono l’hanno definita “Una presa in giro”, “inaccettabile” e “una beffa”.
“La proposta #Quota102 e #Quota104, se venisse confermata dal Governo, costituirebbe una vera e propria presa in giro per i lavoratori. Governo dia risposte adeguate, diversamente non staremo con le mani in mano”. @RobertoGhisell1 #Cgil
?Info: https://t.co/K6vD8y8HCg#Pensioni pic.twitter.com/PGvVRLrCwC
— CGIL Nazionale (@cgilnazionale) October 20, 2021
La proposta prevede il pensionamento a 64 anni nel 2022 (con 38 anni di contributi) e a 65/66 nel 2023 (38/39 anni di contributi). I sindacati oppongono un progetto di uscite flessibili a 62 anni o a 41 di contributi. Anche il senatore Tommaso Nannicini (Pd) ha espresso delle critiche: “Mi sembra che manchino le risorse necessarie per un allungamento dell’Ape sociale per due anni”. Le trattative per la riforma continuano in attesa della prima stesura della legge di bilancio, prevista per la prossima settimana. Il Governo, inoltre, non esclude la proroga dell’Ape Social, né di Opzione Donna; la manovra prevede una spesa di 23,4 miliardi.