Boris Johnson ha annunciato le dimissioni da primo ministro e da leader del Partito conservatore britannico. La decisione è stata una conseguenza alle 50 defezioni che hanno fatto crollare definitivamente il suo governo.
“In politica nessuno è lontanamente indispensabile. Il nostro sistema brillante e darwiniano produrrà un altro leader”. Così ha detto Johnson in un lungo discorso di congedo a Downing Street a Londra ricevendo applausi da parte dei sostenitori e tante contestazioni da parte degli oppositori. Il leader britannico ha affermato che rimarrà in carica finché il partito non avrà scelto il nuovo leader in una fase di transizione che potrebbe concludersi in autunno. In una conversazione telefonica definita ‘di cortesia’ ha anche anticipato la sua decisione alla regina Elisabetta II.
“Darò tutto il mio sostegno al nuovo leader – ha detto Johnson – sto per rinunciare al miglior lavoro del mondo”.
Per eleggere il nuovo leader i deputati conservatori dovranno seguire uno schema preciso. In una prima fase si terranno le votazioni interne fra i parlamentari Tory e poi sarà convocata una consultazione generale che coinvolgerà tutta la base del partito. Tra i favoriti l’ex cancelliere dello scacchiere Rishi Sunak, la ministra per la politica commerciale Penny Mordsunt e la ministra degli esteri Liz Truss.