Maxi-inchiesta sulla criminalità organizzata barese: racket durato 9 anni tra usura ed estorsione
Strisciuglio, Diomede e Capriati: tre cognomi che rimandano ai più noti clan della criminalità organizzata barese fintiti, per l’ennesima volta nel mirino della Procura che ha concluso un’altra indagini con la richiesta di 30 rinvii a giudizio.
È terminata così un’indagine che ha coperto un arco temporale di ben 9 anni in cui, dal 2009 al 2018, ed ha svelato le attività di un racket tra usura e estorsioni che operava con metodo mafioso. Le persone coinvolte sono in tutto 73, ma per 43 tra loro è scattata l’archiviazione. Tra coloro che hanno dimostrato la loro estraneità ai fatti ci sono il pugile Francesco Lezzi, Vito Valentino (boss del quartiere Libertà) e Baldassare D’Ambrogio (imprenditore delle slot machine).
La richiesta di rinvio a giudizio per i 30 indagati punta a minare la solidità delle organizzazioni che da molti anni operano nel capoluogo e nei comuni vicini.