Riecco i raid israeliani su Gaza
rotta la tregua: nuovo massacro

di Francesco Maria Gro

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha rotto il cessate il fuoco e ripreso gli attacchi in Palestina. Si contano 430 i morti, di cui 183 bambini

A Gaza la tregua è finita e alla fine è durata solo due mesi. Il nuovo bilancio è pesante: 430 persone, tra cui due rappresentanti ONU, e 183 bambini. L’azione è stata messa in atto la scorsa notte dall’aviazione israeliana. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha parlato di una “guerra di resurrezione”, sostenendo di essere vincenti sui sette fronti ancora aperti. Ma perché adesso? Cosa è cambiato?

La tregua, in verità, è sembrata fragile sin dall’inizio, con continue tensioni tra il governo di Tel Aviv e Hamas sullo scambio dei prigionieri.  L’andamento della guerra, inoltre, è sempre stato condizionato dalla situazione politica del governo israeliano, con Netanyahu che ha legato il destino del conflitto alla tenuta dell’esecutivo. È stato così nel rapporto con l’ultra destra e anche in quello con il presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump. Posizione giustificata con l’accusa che Hamas non avrebbe accettato la proposta USA di estensione della tregua. Posizione smentita dal portavoce del gruppo arabo, Abdel-Latif al-Qanoua, secondo cui Hamas “sta affrontando in modo responsabile e positivo qualsiasi proposta per fermare l’aggressione e togliere l’assedio” e che “l’interesse di Hamas era nella continuazione dell’accordo e continuerà a trattare in modo flessibile e positivo con i mediatori per respingere l’aggressione”. Dal Regno Unito il premier Starmer ha considerato scioccanti le immagini da Gaza dopo l’attacco.

Ti potrebbe interessare...

Mediaterraneonews TV