Falcone e riforma della Giustizia
è scontro in TV tra Sisto e Rossi

di Mariarosaria Coppola

Durissimo confronto tra il procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, e il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, sulla separazione delle carriere

La separazione delle carrier dei magistrati fanno sempre discutere e in qualche caso “litigare”. In un talk organizzato dall’emittente televisiva pugliese Telebari, il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha affrontato il tema della separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante. Il viceministro ha sottolineato la natura “bipartisan” della riforma, menzionando illustri sostenitori storici come Giacomo Matteotti, Piero Calamandrei, Giuliano Vassalli, Francesco Carnelutti, Umberto Terracini e, in particolare, Giovanni Falcone.

Ha dichiarato che, in un’intervista del 1991, Falcone, allora direttore generale degli Affari penali, affermava: il pubblico ministero “nel dibattimento non deve avere nessun tipo di parentela col giudice e non essere, come invece oggi è, una specie di para-giudice. Il giudice in questo quadro si staglia come figura neutrale, non coinvolta, al di sopra delle parti”.

Il procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, presente al talk, ha contestato l’interpretazione di Sisto, sostenendo che Falcone si riferisse al giudice istruttore.

Sisto ha ribattuto: “Si parla del dibattimento e siamo nel 1991; Falcone non parla del giudice istruttore e dice che il pm non deve avere alcuna parentela col giudice”.

Le diverse interpretazioni sul pensiero di Falcone riguardo alla separazione delle carriere riaccendono un tema che continua a suscitare dibattiti accesi nel panorama giuridico italiano.

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