Da Egitto e Giordania arriva l’alt
al piano di Trump sulla Striscia

di Vincenzo Avveniente

Il presidente del Cairo Al Sisi rifiuta l’incontro con Trump che invece riceve il re giordano Abd Allah. La posizione degli arabi punta a non sfollare Gaza e ricostruirla insieme ai palestinesi

Il veto al piano di Trump per lo sfollamento dei palestinesi dalla Striscia di Gaza è arrivato dai Paesi che, secondo il presidente statunitense, avrebbero dovuto ospitarli: Egitto e Giordania. A due settimane dall’invito ricevuto, il presidente egiziano Abdel-Fattah al Sisi ha comunicato il rinvio del suo arrivo a Washington. Una posizione inamovibile finché il piano Usa non prevederà una garanzia di permanenza dei gazawi (i residenti a Gaza) sul loro territorio. Se per Donald Trump la Striscia è destinata a diventare la “Riviera del Medio Oriente, per il Cairo la ricostruzione non può prescindere dai palestinesi.

Dello stesso avviso il re di Giordania, Abd Allah, che ha definito la scelta egiziana come “una posizione araba comune”. Quest’ultimo è stato in visita da Trump martedì 11 febbraio ed ha proposto a Trump di attendere e poi valutare la fattibilità del piano dell’Egitto per Gaza. In un secondo momento il re giordano ha aggiunto il sostegno ad un “fronte arabo” per cui la pace può esserci solo con due Stati e senza sfollamento della Striscia. Intanto si continuano a vivere giorni di fibrillazione al fronte dove il rinvio allo scambio di ostaggi tra Palestina e Israele, previsto per sabato, ha scatenato l’ira di Israele e di Donald Trump.

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Nella foto Trump con il re giordano Abd Allah

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