Cinque anni a Fabrizio Volpe, docente di diritto civile dell’Università di Bari, riconosciuto colpevole di induzione indebita. Prescritte le accuse di tentata violenza sessuale
Soldi in cambio di CFU: il tribunale di Bari ha condannato, in primo grado, a cinque anni di reclusione per induzione indebita Fabrizio Volpe, professore di Diritto Civile dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Era accusato di aver chiesto soldi e prestazioni sessuali a due studentesse in cambio del superamento dei suoi esami.
Il pubblico ministero, nella requisitoria, aveva chiesto la condanna a sei anni, ma secondo gli avvocati del docente universitario, Angelo Loizzi e Elio Addante, “il tribunale non ha riconosciuto credibile la persona offesa, ridimensionando di molto l’impianto accusatorio nei confronti del professor Volpe”.
Per quanto riguarda il primo episodio contestato, il collegio giudicante ha riqualificato l’accusa di concussione in induzione indebita, reato per cui Volpe è stato condannato; il secondo capo di imputazione, invece, da violenza sessuale è stato derubricato in tentata violenza sessuale (reato, tra l’altro, caduto in prescrizione).
I fatti al centro del processo risalgono agli anni tra il 2011 e il 2015. Delle due presunte vittime, una non si è mai costituita parte civile mentre l’altra ha revocato la costituzione. L’unica ad essersi costituita in giudizio è stata l’Università di Bari.
Il docente, che si è sempre dichiarato innocente, era stato sospeso dal suo incarico universitario per 5 anni nel 2021, ma, dopo aver presentato ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) contro la decisione dell’Ateneo, era stato reintegrato, riprendendo la sua cattedra al termine di un anno sabbatico.