Foto: Il Messaggero

Duecento scosse in tre giorni:
Santorini trema e si svuota

di Antonio Solazzo

(Foto: Il Messaggero)

Seimila persone hanno già lasciato l’isola. Scattata l’allerta dopo il terremoto: «Evitare assembramenti negli edifici». Scuole chiuse nell’arcipelago delle Cicladi

La terra trema ancora a Santorini. L’isola dell’arcipelago greco delle Cicladi, è stata interessata negli ultimi tre giorni da circa duecento scosse di magnitudo superiore a 3.0 della scala Richter. Ieri la più violenta: 4,9 di magnitudo. La frequenza e l’intensità dell’attività sismica hanno alimentato la preoccupazione degli abitanti e delle autorità. Paura anche ad Amorgos e nel Mar Egeo.

Il terremoto ha generato un fuggi fuggi organizzato. Circa seimila persone hanno lasciato Santorini con traghetti e voli supplementari, mentre oggi dovrebbero partire – in direzione Pireo – altri due traghetti. Le scuole, su decisione del comitato scientifico per la valutazione del rischio, rimarranno chiuse precauzionalmente fino a venerdì; i residenti, poi, dovranno evitare assembramenti all’interno degli edifici. Gli esperti consigliano di non avvicinarsi a strutture abbandonate e alle località di Ammoudi, Armeni, Korfos e Fira (oltre che Santorini) per il rischio di caduta di massi. Gli esperti temono anche eventuali tsunami che potrebbero causare onde alte fino a sette metri. L’allerta è stata diramata anche in Turchia.

Ad aumentare la paura c’è il super vulcano (attivo) Kolumbo, il più grande di un insieme di venti vulcani sottomarini che si estendono a Nord-Est dell’isola. L’area colpita in questi giorni è stata identificata a 25 chilometri da Santorini; la stessa zona fu il centro di un fenomeno simile nel 2021 a cui, fortunatamente, non seguirono attività vulcaniche. L’attuale sciame sismico, però, non sarebbe collegato – secondo i geologi – al vulcano Kolumbo. L’andamento delle scosse, però, è motivo di preoccupazione. Il sindaco di Santorini, Nikos Zorzos, ha parlato di un’attività che potrebbe continuare per settimane: «Il fenomeno potrebbe manifestarsi con piccole scosse o con una singola scossa leggermente più forte, seguita da un graduale abbassamento. I sismologi parlano di scosse di magnitudo simili che si verificano a grappoli», ha concluso il primo cittadino.

Tra il 1650 e il 1600 a. C. a Santorini avvenne una devastante esplosione vulcanica europea. L’isola, che all’epoca si chiamava Thera, fu distrutta: Santorini, oggi, è ciò che ne rimane.

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