Meloni annuncia: «Caso Almasri
indagata, ma non ricattabile»

di Antonio Solazzo

La presidente del Consiglio ha annunciato con un video di aver ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Roma. Oltre alla premier, indagati i ministri Nordio e Piantedosi e il sottosegretario Mantovano

«Sono indagata per favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino libico Almasri»: così, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato sui suoi profili social di aver ricevuto un avviso di garanzia. Oltre alla premier, la Procura di Roma ha inviato le notifiche anche al ministro della Giustizia Carlo Nordio, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano.

Con un video pubblicato sui suoi canali, Meloni ha ripercorso la vicenda: «Il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino Almasri. Presumo che sia accaduto al seguito di una denuncia presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti, ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi e conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi», ha spiegato la presidente. Meloni ha ribadito la sua posizione sul caso: «Vale oggi quello che valeva ieri, non sono ricattabile e non mi faccio intimidire. È possibile che per questo sia invisa a chi non vuole che l’Italia cambi e diventi migliore, ma anche e soprattutto per questo intendo andare avanti per la mia strada a difesa degli italiani, soprattutto quando in gioco c’è la sicurezza della nazione».

Secondo i giudici della Corte Penale Internazionale, Almasri ha «picchiato, torturato, sparato, aggredito sessualmente e ucciso personalmente detenuti, nonché ha ordinato alle guardie di picchiarli e torturarli». L’uomo è stato arrestato a Torino il 18 gennaio ma, dopo 96 ore, è stato scarcerato in seguito alla non convalida del provvedimento. Il generale è stato così accompagnato all’aeroporto ed è salito su un volo di Stato che lo ha riportato a Tripoli insieme alle sue guardie del corpo armate. In Parlamento, il ministro Piantedosi ha commentato la procedura ribadendo la necessità di espellere Almasri perché ritenuto un soggetto pericoloso.

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