(Foto Il Post)
Ieri il tribunale di Milano ha condannato a 4 anni Leonardo Caffo, il filosofo 36enne accusato di “sistematica e continuativa attività di prevaricazione” nei confronti della ex compagna. I giudici hanno anche disposto l’interdizione dagli uffici pubblici e una provvisionale di 45mila euro. A Caffo non sono state riconosciute due delle tre aggravanti contestate dalla pm Milda Milli ovvero il reato di maltrattamenti sulla ex compagna dal 2020 al 2022 e il reato di lesioni.
La ex compagna lo aveva denunciato nell’estate del 2022 con l’accusa di minacce, insulti, violenze verbali e anche fisiche. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, i maltrattamenti sarebbero iniziati nell’estate 2019 per una durata complessiva di 3 anni, un lungo arco di tempo in cui la donna avrebbe subito offese umilianti e aggressioni fisiche. In un litigio del 17 agosto 2020 Caffo le avrebbe afferrato la mano, contorcendogliela e causandole una frattura scomposta. Inoltre il filosofo avrebbe più volte invitato la ex compagna a uccidersi perché “non era riuscita a fare niente nella sua vita”.
Già due anni fa, il gip Ileana Ramundo, aveva disposto nei confronti di Caffo l’allontanamento dal nucleo familiare, misura successivamente revocata dal Tribunale lo scorso settembre.
Secondo l’attuale pm Milli, il comportamento processuale dell’imputato ha avuto come obiettivo quello di screditare la vittima provando ad uscirne con la faccia pulita. Caffo, al termine della sentenza, ha infatti dichiarato: “Spero ancora che non ci sia violenza nei confronti delle donne e non vedo nessuna ragione per contestare una battaglia così sacrosanta. Va bene colpirne uno per educarne mille: io sono stato colpito, speriamo che adesso educhino anche gli altri mille.” Ha inoltre aggiunto che andrà in appello per far emergere una verità diversa: “Non so se sconto un clima, il clima è parzialmente giustificato perché la violenza di genere c’è. Non sarò qui a fare il paladino dell’altro lato, non mi vendo al migliore offerente”.
Caffo è stato al centro della polemica nei giorni scorsi per via della sua partecipazione al festival diretto da Chiara Valerio “Più libri più liberi”. La sua presenza era stata ritenuta inopportuna e fuori luogo specialmente perché questa edizione del festival è stata dedicata a Giulia Cecchetin. Sommerso dalle critiche, Caffo alla fine aveva deciso di non partecipare dividendo l’opinione pubblica.
La ex compagna ha dichiarato: “Questa sentenza tuttavia è solo la superficie di un problema più ampio e radicato. Le vittime di violenza continuano a pagare il prezzo di una profonda carenza nell’educazione sentimentale e di una cultura ancora permeata di pregiudizi.”