(Foto: Fanpage.it)
Una gigantesca palla di fuoco, seguita da una nuvola di fumo nero e da un odore acre, poi le mura spaccate, le finestre e i controsoffitti devastati in un raggio di oltre 300 metri. È questa l’immagine dell’esplosione, avvenuta ieri, alla raffineria Eni di Calenzano, tra Firenze e Prato. Il bilancio al momento è di due morti e 26 feriti, mentre oggi riprendono le ricerche dei tre dispersi.
Secondo quanto riferito da un testimone, un bocchettone di carico avrebbe perso carburante poco prima dell’esplosione, che avvertita fino a Firenze e a Pistoia, a molti è parsa quasi come un terremoto. Ed in effetti, anche i sismografi dell’Ingv hanno registrato una magnitudo 0.9.
A esplodere sarebbe stata una delle autobotti delle pensiline di carico del carburante. La procura di Prato ha aperto un fascicolo per stabilire la dinamica dell’incidente.
Intanto i sindacati hanno sollevato perplessità sulle condizioni di sicurezza del lavoro e hanno indetto uno sciopero generale per l’11 dicembre.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato al presidente della regione Toscana, Giani, per avere informazioni sui feriti e portare solidarietà alle famiglie delle vittime.