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Dopo soli due mesi al potere, il governo francese, guidato da Michel Barnier, sembra essere giunto al capolinea. Nel pomeriggio, infatti, è prevista la votazione del Parlamento sulla fiducia. Ed evitare la cesura sembra quasi impossibile, considerando che gli oppositori del governo possono contare sul voto favorevole di 325 parlamentari (molti di più dei 288 necessari).
Nei giorni scorsi, l’estrema destra di Marine Le Pen (leader di Rassemblement National), assieme al Nouveau Front Populaire (alleanza tra partiti di estrema sinistra), ha presentato una mozione di cesura contro l’esecutivo, il cui consenso è sceso al 14%.
Al centro della discussione politica c’è la manovra di bilancio. Barnier, infatti, ha fatto ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione francese che consente al governo di approvare un progetto di legge finanziaria o di finanziamento della previdenza sociale, senza passare per il voto parlamentare. Lo stesso articolo prevede che, in questo caso, il Parlamento possa presentare una mozione di sfiducia entro 24 ore.
Se avrà successo, la Francia non voterà per un candidato alternativo, ma spetterà al presidente Macron risolvere la questione, indicando un nuovo Capo di governo. Costituzionalmente, infatti, non può indire nuove elezioni legislative fino alla metà del 2025.
Secondo la stampa francese, Macron starebbe già valutando due nomi alternativi per la guida dell’esecutivo, che potrebbero avere l’implicita approvazione di Le Pen: Sebastian Lecornu, attuale ministro della Difesa, e, Francois Bayrou, veterano centrista.