Ministro contestato a una manifestazione in Puglia
Il giornalista: «Io pretesto per attaccare il governo»
Continua lo strascico della polemica sul caso della presunta violenza sessuale attribuita a Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato. A scatenare la reazione dell’opinione pubblica, questa volta, sono state le parole pronunciate, sul caso, dal ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, e del giornalista di Libero Filippo Facci.
L’esponente del governo Meloni, sabato sera, durante il suo intervento al festival letterario “Il libro Possibile” di Polignano a Mare, nel Barese, ha dichiarato ai cronisti: «La Russa è un padre, ricordo che è stato colui che ha proposto una manifestazione di soli uomini contro la violenza sulle donne». Parole che, oltre a una piccola contestazione nell’immediato, ha portato alla reazione piccata delle opposizioni.
«Roccella dovrebbe difendere tutte le famiglie di questo Paese – ha scritto su Twitter il deputato del Pd Alessandro Zan – e non solo quelle dei colleghi di partito». A fargli eco, oltre a tirare in ballo il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è la capogruppo dem a Montecitorio, Chiara Braga. «Non posso credere che due donne, una Presidente del Consiglio e l’altra ministra alle Pari opportunità, non sentano il dovere di dire che una donna che denuncia violenza non può essere vittima una seconda volta», ha dichiarato Braga. Dello stesso tenore le dichiarazioni del deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Angelo Bonelli, che ha bollato come «inopportuna» la difesa di La Russa. «Ha utilizzando il fatto che sarebbe stato il primo a proporre una manifestazione di soli uomini contro la violenza sulle donne – ha detto Bonelli – ma dimenticando che il Presidente del Senato è anche il primo che, da seconda carica dello Stato, interroga il figlio accusato di stupro, lo assolve e attacca la ragazza vittima».
La polemica è stata alimentata anche da una frase, comparsa ieri sul quotidiano “Libero”, in un articolo firmato da Filippo Facci, al quale i vertici Rai starebbero pensando di affidare un programma quotidiano di informazione sul secondo canale. «Una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa» ha scritto il giornalista, scatenando l’indignazione di diversi esponenti dem e pentastellati. Tra loro Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Partito democratico. «Conviene alla Rai, al servizio pubblico affidare un programma» all’opinionista «che si esprime così sul giornale? – si è domandato il giornalista, già collaboratore dei programmi di Santoro, aggiungendo – Può la tv pubblica essere affidata a chi fa vittimizzazione secondaria?».
Interpellato su quanto accaduto dal quotidiano La Repubblica, Facci si è giustificato, affermando di essere stato usato come «pretesto per cannoneggiare il governo». Il giornalista si è anche detto tranquillo sulla sua permanenza nella tv di Stato. «La Rai non paga così tanto – ha aggiunto – ma sono soldi che mi servirebbero a campare. Comunque ripeto: sono un pretesto per battaglie molto più grandi di me, addirittura vengo messo assieme a Eugenia Roccella quando poi è una vita che le scrivo contro per le sue posizioni anti-abortiste».
Fonte foto: Avvenire.it