È la sentenza di primo grado per corruzione: 5 anni
e 4 mesi all’ex capo della Protezione civile pugliese
Con una condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione si è concluso il processo di primo grado a carico dell’ex dirigente della protezione civile pugliese, Mario Lerario, arrestato il 23 dicembre 2021. La Procura aveva chiesto sei anni. È accusato di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. La sentenza è arrivata a coronamento del rito abbreviato. Secondo le indagini, Lerario avrebbe intascato un paio di tangenti – una da 20mila e 10mila euro – da due imprenditori: Donato Mottola e Luca Leccese, che avevano in corso alcuni appalti con la Regione Puglia per la realizzazione di strutture Covid.
Nell’ambito dello stesso procedimento, Leccese è stato condannato a quattro anni di reclusione, come chiesto dalla Procura, perché avrebbe versato la mazzetta da 10mila euro. Il giudice ha inoltre stabilito, per lui, l’interruzione di ogni rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione.
L’altro imprenditore, Donato Mottola, accusato di aver versato la mazzetta da 20mila euro, sarà giudicato dal Tribunale di Bari, con rito ordinario.
La difesa di Lerario, affidata all’avvocato Michele Laforgia, durante il processo aveva negato i rapporti corruttivi tra gli imprenditori e l’ex capo della Protezione civile, chiedendo l’assoluzione. Secondo la tesi del legale, lo scambio di contanti documentato da alcuni video potrebbe essere riconducibile, al limite, a una retribuzione non dovuta legata agli appalti.
Fonte foto: Corriere del Giorno
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