Il Mediterraneo come teatro di tragedie ma anche bacino di pace e la possibilità di Bari di diventare la città dell’inclusione, grazie anche alla sua posizione geografica. È quanto concluso ieri nell’Aula 2 della facoltà di Giurisprudenza di Bari al convegno “Sulle sponde del Mediterraneo: teologia e prassi di dialogo, di inclusione e di pace”. Durante l’incontro sono stati presentati i risultati del progetto interuniversitario condotto dagli studenti dell’Università Aldo Moro del capoluogo pugliese e dalla facoltà di teologia. Hanno partecipato ai lavori, il presidente della Cei (Conferenza Episcopale Italiana), il cardinale Matteo Zuppi, l’arcivescovo di Bari- Bitonto mons. Giuseppe Sartiano, il sindaco Antonio Decaro e il rettore dell’Università Aldo Moro, Stefano Bronzini.
Gli studenti, in accordo con le istituzioni, hanno individuato alcuni punti di immediata realizzazione che sono stati inseriti nella cosiddetta Carta di Bari. Fra questi, la creazione della casa del pellegrino, il rafforzamento della collaborazione fra le istituzioni e l’attivazione di un osservatorio permanente per le libertà religiose.
Il cardinale Matteo Zuppi, ha sottolineato l’importanza di “decidere se vogliamo affrontare il problema migratorio guardando al futuro oppure aumentando le difese e senza un sistema di accoglienza. Speriamo che questa consapevolezza ci porti a creare un sistema intelligente che crei legalità“.
Il sindaco Antonio Decaro, ha sottolineato come “Bari è la città che nel mondo moderno si è trovata prima di tutte le altre ad accogliere un forte flusso migratorio“, riferendosi all’arrivo, nell’agosto 1991, della nave Vlora con 20mila cittadini albanesi a bordo. E ha concluso: “Quelle persone sono state accolte dall’umanità di tanti cittadini che quel giorno si sono messi anche contro lo Stato che aveva chiuso quelle persone in uno stadio”.