“In questi giorni siamo stati accusati di cose raccapriccianti, ma la mia coscienza è a posto”. È quanto dichiarato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante un intervento alla presentazione del libro di padre Antonio Spadaro, L’Atlante di Francesco. Vaticano e politica internazionale, riferendosi al naufragio avvenuto a Cutro, sulle coste calabresi.
“Resto convinta che più persone partono e si mettono nelle mani di cinici trafficanti e più c’è il rischio che qualcosa vada storto. Sarebbe più facile mettere la testa sotto la sabbia, che siano dei mafiosi a decidere chi può arrivare da noi e che in Africa continuino a prendere piede i mercenari della Wagner e i fondamentalisti. O che chi arriva si trovi a fare la manovalanza della criminalità organizzata o diventi vittima della prostituzione”, ha continuato Meloni.
“Sulla politica estera, in passato, l’Italia ha avuto posizioni altalenanti: non scegliere è più redditizio”, ha sottolineato la premier e ha aggiunto: “Oggi invece la politica non se lo può più permettere e nelle difficoltà ringrazio Dio per essere costretta a fare delle scelte, con la possibilità di dare a questa nazione una politica industriale, economica, un’idea per le riforme. Questo certo non aiuta sul consenso”.
“Mentre c’è chi fa polemiche – ha concluso Meloni – io lavoro per sbloccare un finanziamento per la Tunisia. Anche in Libia stiamo lavorando per creare posti di lavoro, anche in Sahel. Accogliere chi ha diritto a essere rifugiato e investire in Africa: questo è l’approccio più serio”.