A una settimana dall’abbattimento del pallone al largo della South Carolina, Pechino ha confermato che il primo fosse cinese, ma ha negato le accuse di spionaggio e ha puntato il dito contro Washington
Prosegue la vicenda dei presunti palloni spia avvistati nello spazio aereo statunitense e intanto volano accuse tra Cina e Usa. A una settimana dall’abbattimento di uno di questi al largo della South Carolina, Pechino avrebbe riconosciuto che il primo era cinese, negando però si tratti di spionaggio, e accusa Washington.
«Solo dall’anno scorso, palloni aerostatici statunitensi hanno sorvolato illegalmente la Cina più di 10 volte senza alcuna approvazione da parte delle autorità cinesi» ha ricordato, secondo Ansa, il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin. «Non c’è nessuna nostra attività di sorveglianza nei cieli cinesi» ha chiarito il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, respingendo le insinuazioni. «Abbiamo stabilito che Pechino ha un programma di palloni che volano ad alta quota per raccogliere informazioni di intelligence collegato all’esercito cinese» ha sottolineato, assicurando che l’amministrazione Biden starebbe studiando il programma.
Secondo quanto riportato da Ansa, finora sarebbe emerso che gli ultimi tre oggetti abbattuti avevano le dimensioni di un’auto, mentre, il pallone spia-cinese era grande quanto tre autobus. Per quanto riguarda la forma, il velivolo abbattuto sul Michigan avrebbe avuto una struttura ottagonale, mentre quello distrutto nei cieli del Canada cilindrica.