Decaro

Decaro: «Sull’abuso d’ufficio
servono contorni precisi»

di Emanuele Saponieri

Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, è tornato a parlare della necessità di riformare il reato di abuso d’ufficio. «Non chiediamo di abrogare i reati dei sindaci, non vogliamo l’impunità. Se un sindaco sbaglia utilizzando un ruolo che gli è stato affidato dai cittadini deve pagare più degli altri», ha detto il primo cittadino del capoluogo pugliese e presidente Anci (Associazione nazionale comuni italiani), durante il convegno “Magistratura e stampa. Democrazia, informazione, giurisdizione”. «Chiediamo solo che le responsabilità dei sindaci abbiano contorni precisi – ha proseguito Decaro – perché non è possibile ritrovarsi indagato solo perché si è sindaco. Occorre una revisione anche perché il 93% degli amministratori locali indagati finisce con l’essere assolto o archiviato».

Durante il dibattito, Decaro ha ricordato un aneddoto personale: «Anche io sono stato indagato per concorso in tentato abuso d’ufficio. Se non fosse stato per il rito abbreviato, non mi sarei ricandidato. Mi sono ritrovato su tutti i giornali e telegiornali nazionali e a un certo punto ho pensato al suicidio. Molti amministratori locali si dimettono o non si ricandidano perché fare il sindaco è rischioso. Si rischia di ritrovarsi indagati o minacciati dalla criminalità», ha concluso.

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