Mogol (SIAE): «Irrealistico pensare che la pandemia non lasci traccia»
Il settore dello spettacolo, e soprattutto il cinema, a più di due anni dallo scoppio della pandemia è ancora in affanno. A puntare il riflettore sulla situazione in Italia, secondo quanto riportato da Ansa, è Siae attraverso un’indagine del triennio 2019-2021. Mogol, il presidente onorario della Società degli autori e degli editori, ha sottolineato come sia «irrealistico pensare che la pandemia non lasci traccia. La sfida ora è cogliere tutte le opportunità del cambiamento».
L’analisi è stata effettuata con la consulenza di IsiCult, l’istituto italiano per l’industria culturale, e verte sull’andamento dello spettacolo e dello sport: i dati hanno evidenziato un calo del numero totale degli spettatori, dai 306 milioni del 2019 agli 84 del 2021, con la spesa al botteghino crollata dai 2,7 miliardi di euro del 2019 agli 870 milioni di euro nel 2021. La situazione risulta ancor più preoccupante se si sottolinea che, a fronte di un’offerta di spettacoli cresciuta del 26%, gli spettatori che hanno frequentato le sale sono aumentati solo del 4,5%.
Stilando una classifica complessiva della perdita di pubblico, l’analisi di Siae ha rilevato che: il cinema è in testa con un -12%, seguito dal teatro con -9%. Più positiva la situazione dei concerti, che nel 2021 (rispetto all’anno precedente), hanno avuto una crescita del 75%. Bene anche lo spettacolo viaggiante (+65%) e i parchi di divertimento, che hanno avuto un +42%, seguiti da mostre e fiere (+32%).
Lo sport ha registrato, invece, un +18%, eppure il totale degli spettatori, che è di 8,3 milioni, è molto inferiore rispetto ai quasi 40 milioni del 2019. Al netto di ciò, è il cinema il settore che attira di più, con 32 spettatori su 100, seguito dal ballo ed intrattenimenti musicali con 18 spettatori su 100, i parchi con 13, le mostre e fiere con 10, il teatro con 8, i concerti con 6. Lo sport attira 10 spettatori su 100.