Il marò Latorre vuole
maxirisarcimento dall’Italia

di Francesco Maria Ventrella
Foto di: Open.it

Massimiliano Latorre, uno dei due marò accusati di aver ucciso nel 2012 due pescatori indiani in una missione antipirateria, ha fatto causa allo Stato e chiesto un maxi-risarcimento. Analoga iniziativa potrebbe essere adottata dall’altro marò, Salvatore Girone. Dopo un processo di dieci anni, il caso dei due fucilieri pugliesi della Marina sembrava chiuso per la giustizia e per l’opinione pubblica. Questo febbraio il gip di Roma ha archiviato le accuse nei loro confronti. I due marò hanno presentato il conto, come confermano i loro avvocati.

Massimiliano Latorre è amareggiato per come è stato trattato durante e dopo la vicenda. Ma soprattutto ritiene di avere un credito nei confronti dell’Italia che lo ha fatto  rientrare in India nonostante pendesse su di lui la condanna alla pena di morte, una spada di Damocle sulla sua testa che ha impedito a lui e alla sua compagna di ricostruirsi una vita, di programmare il futuro”, ha spiegato Fabio Anselmo, avvocato che assiste Massimiliano Latorre (tra l’altro già legale della famiglia Cucchi).

“Abbiamo scritto una lettera alla marina chiedendo di riparare al sacrificio patito, con toni amichevoli – ha riferito Enrico Loasses, avvocato di Salvatore Girone – ma è arrivata una risposta negativa di una sola riga. Ora stiamo valutando”.

L’avvocato Anselmo ha inoltre aggiunto: “Penso si confidi anche sul fatto che l’attuale Governo, i cui esponenti politici sono sempre sembrati particolarmente sensibili nei confronti dei due militari, si faccia carico di ciò che deve essere loro riconosciuto“. Riguardo il risarcimento, non è stata fissata ancora una cifra. “È chiaro che hanno passato circa dieci anni di un calvario molto pesante, personale, giudiziario e non solo”, ha concluso il legale di Latorre.

 

Ti potrebbe interessare...

Mediaterraneonews TV