Parte il Governo Meloni
fiducia anche al Senato

di Silvio Detoma

Il Governo di Giorgia Meloni ha ottenuto la fiducia, dopo quella alla Camera, anche al Senato con 115 sì, 79 contrari e 5 astenuti. Nei 49 minuti di discorso,  la presidente del consiglio ha risposto alle critiche dei giorni scorsi e delineato la sua ricetta per portare il Paese fuori dall’eredità dei Governi passati.

Nodo centrale del discorso programmatico a Palazzo Madama l’innalzamento del tetto al contante, fino a 10mila euro, oltre alla volontà di introdurre la “flat tax incrementale”.

Meloni ha messo in primo piano la questione energetica. L’Italia, ha detto, non dovrà dipendere dal gas russo e nemmeno dalle materie prime cinesi. In più, ha continuato, bisogna andare oltre ai blocchi burocratici e far ripartire così le trivellazioni nell’Adriatico. Il Sud potrebbe diventare in questa maniera l'”hub energetico dell’Europa”.

Sulla pace Meloni ha confermato il suo impegno atlantista; non la si potrà ottenere con la resa di Kiev e nemmeno con le bandiere arcobaleno nelle piazze. Poi è passata a criticare le opposizioni, a partire dal Movimento 5 Stelle, colpevoli di aver brindato per l’abolizione della povertà e di fornire come unica soluzione il salario minimo, uno “specchietto per le allodole”, come lo definisce la neopresidente. Le soluzioni, per il Governo, per contrastare il lavoro povero: l’estensione dei contratti collettivi e il taglio del cuneo fiscale di cinque punti, al fine di alzare gli stipendi.

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