Il Governo di Giorgia Meloni ha ottenuto la fiducia, dopo quella alla Camera, anche al Senato con 115 sì, 79 contrari e 5 astenuti. Nei 49 minuti di discorso, la presidente del consiglio ha risposto alle critiche dei giorni scorsi e delineato la sua ricetta per portare il Paese fuori dall’eredità dei Governi passati.
Nodo centrale del discorso programmatico a Palazzo Madama l’innalzamento del tetto al contante, fino a 10mila euro, oltre alla volontà di introdurre la “flat tax incrementale”.
Meloni ha messo in primo piano la questione energetica. L’Italia, ha detto, non dovrà dipendere dal gas russo e nemmeno dalle materie prime cinesi. In più, ha continuato, bisogna andare oltre ai blocchi burocratici e far ripartire così le trivellazioni nell’Adriatico. Il Sud potrebbe diventare in questa maniera l'”hub energetico dell’Europa”.
Sulla pace Meloni ha confermato il suo impegno atlantista; non la si potrà ottenere con la resa di Kiev e nemmeno con le bandiere arcobaleno nelle piazze. Poi è passata a criticare le opposizioni, a partire dal Movimento 5 Stelle, colpevoli di aver brindato per l’abolizione della povertà e di fornire come unica soluzione il salario minimo, uno “specchietto per le allodole”, come lo definisce la neopresidente. Le soluzioni, per il Governo, per contrastare il lavoro povero: l’estensione dei contratti collettivi e il taglio del cuneo fiscale di cinque punti, al fine di alzare gli stipendi.