Il leader di FI punta su garantismo e processi celeri
La solidarietà all’Occidente: «Io sono uomo di pace»
Nove anni dopo la sua espulsione per effetto della Legge Severino, Silvio Berlusconi ha ripreso ieri la parola al Senato, in occasione del discorso programmatico della presidente Meloni per la fiducia al nuovo Governo. L’annuncio della nascita del suo 17esimo «nipotino» ha segnato l’esordio della sua dichiarazione di voto a Palazzo Madama, concluso con l’annuncio del “sì” all’esecutivo, dopo l’elenco delle priorità per il Paese: giustizia, diritti e politica internazionale.
Per la giustizia, il leader di Forza Italia ha invocato una riforma «irrinunciabile» e «garantista» per ridurre i tempi dei processi in grado di garantire «equità» e «libertà». «Per una sentenza di primo grado da noi occorrono 1020 giorni – ha detto il senatore forzista – in Europa, a parte Olanda, 98 giorni, al massimo un anno, e per questo non si devono fissare udienze dopo tre o quattro mesi, ma la settimana dopo o, al massimo, dopo due settimane».
Berlusconi si è poi soffermato sull’importanza di quei diritti «che non sono concessi dallo Stato, ma che lo Stato ha il dovere di garantire e tutelare». Tra questi «il diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale, il sostegno alla natalità, la difesa e la valorizzazione della famiglia e della sua funzione sociale irrinunciabile». Temi sui cui «il nostro governo, ne sono certo, saprà intervenire con coraggio, e con senso di responsabilità».
Sulla politica estera, Berlusconi ha confermato la «solidarietà con l’Occidente che ha sempre caratterizzato i nostri governi e che deve essere patrimonio comune della nazione, soprattutto di fronte alle minacce internazionali vecchie e nuove». Il senatore ha infine ribadito di essere sempre stato un uomo di pace, ricordando che i suoi governi «hanno sempre operato per la pace e sempre in pieno accordo con i responsabili di governo dell’Europa, della Nato e degli Stati Uniti».
Fonte foto: TgCom24