La guerra tra Russia e Ucraina ha colpito anche l’economia italiana. A farne le spese sono i consumatori che hanno visto un boom crescente dei prezzi dei prodotti sugli scaffali dei supermercati negli ultimi giorni. I beni che hanno registrato un “exploit” sono le materie prime come il grano e le energie utilizzate per produrle, prime fra tutte gas e luce. Vari fattori che hanno fatto lievitare i prezzi dei beni primari tra cui pane, pasta e focacce. Secondo un’indagine svolta da Assoutenti, Associazione no profit per la tutela dei consumatori, sui rincari nelle principali città d’Italia, Ferrara che si colloca al primo posto per il prezzo del pane. Un chilo di pane fatto con farina di grano è arrivato a costare fino a 9,8 euro (quotazione massima), mentre il prezzo medio si attesta a 5,31 euro al kg.
Al secondo posto si trova Forlì con il prezzo in crescita fino ai 9 euro al kg. Nelle altre regioni e comuni italiani la situazione non cambia, scende, ma di poco attestandosi attorno ai 6 euro al chilo.
Le province meno costose invece risultano essere tre: Napoli con il prezzo massimo di 2 euro al chilo, Cosenza e per finire Benevento.
I rincari toccano anche la pasta di semola di grano duro e a registrare il prezzo più elevato è la città di Cagliari con i prezzi massimi che raggiungono il record di 4,7 euro al kg (1,95 euro il prezzo medio), seguita da Sassari.