Per il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, la giornalista Marina Ovsyannikova “è una teppista”. Così è stata definita una delle anchor woman più seguite dagli affezionati di Russia1, dopo che ha interrotto, domenica 13 marzo, la conduzione del tg di una sua collega con un cartellone di protesta contro la guerra.
“No war” è stato l’appello lanciato dalla dipendente di Russia1 subito censurato ed eliminato dalle reti televisive di dominio del Cremlino. Ovsyannikova si è schierata contro la guerra e prima di mandare in onda il cartellone, ha registrato una dichiarazione diffusa poi su tutti i canali social in cui ha affermato: “Quello che avviene in Ucraina è un crimine. La Russia è il Paese aggressore. La responsabilità ricade su una sola persona: Putin.”Ha continuato poi sempre nella registrazione: “La Russia deve fermare immediatamente questa guerra fratricida”.
Dopo l’annuncio la giornalista è sparita e non si sono avute sue notizie per circa due giorni. Si è pensato al peggio. Il 15 marzo è riapparsa sui social e ha pubblicato un post dove ha raccontato la sua storia dopo la contestazione della guerra in diretta.
Ha dichiarato di essere stata sottoposta ad un interrogatorio durato 14 ore e di essere stata rilasciata con una multa da pagare di 30 mila rubli (circa 250 euro).
Il gesto di Marina Ovsyannikova ha spronato poi gli altri giornalisti russi che l’hanno definita “coraggiosa” e ha ottenuto anche il commento del presidente dell’Ucraina, Zelensky che ha ringraziato tutti i russi e implicitamente la giornalista Ovsyannikova.