Raffiche di vento tra giovedì e venerdì sera. Comunicazioni interrotte e niente elettricità in alcune aree
Venti a 195 chilometri orari e raffiche fino a 270. Questa la portata del tifone Rai, che ha caratterizzato il fine settimana nero nelle Filippine. Giovedì e venerdì sera l’alluvione ha devastato le regioni centrali e meridionali del Paese. È quello più forte registrato quest’anno nell’arcipelago del Sudest asiatico, situato tra l’oceano Pacifico e il mar cinese meridionale. Al momento si contano 208 vittime e almeno 239 feriti; mentre 52 sono i dispersi. Sono circa 300mila invece gli sfollati dalle loro case e dai resort.
Nel frattempo continuano gli sforzi dei soccorritori per fornire viveri agli abitanti e ai turisti presenti sulle isole, rimaste isolate e senza elettricità, finora ripristinata in 21 aree. Per quanto riguarda i trasporti, danneggiati tre aeroporti (due sono stati chiusi). Per far comprendere la portata del disastro, la Bbc ha scritto che le «squadre di soccorso hanno descritto scene di carneficina completa».
Come riferito dal Governo, il tifone ha colpito un’area in cui erano presenti 780mila persone. A Loboc, nella Provincia di Bohol, la guardia costiera ha soccorso gli abitanti rifugiatisi sui tetti o sugli alberi per sfuggire alla furia dell’alluvione. Inoltre, sulle isole Dinagat (nella regione di Caraga) sono stati divelti i tetti di case e rifugi d’emergenza. Ieri, intanto, il presidente della Repubblica, Rodrigo Duterte, ha raggiunto i luoghi devastati, promettendo 2 miliardi di pesos (pari a 40 milioni di euro) di aiuti.
Solidarietà alle persone colpite dal tifone Rai è stata espressa dal pontefice, durante l’Angelus di ieri. «Esprimo la mia vicinanza alle popolazioni delle Filippine colpite da un forte tifone che ha distrutto tante abitazioni. Che il “Santo Nino” porti consolazione e speranza alle famiglie più in difficoltà e a tutti noi ispiri aiuti concreti»: queste le parole pronunciate da Papa Francesco.